Non solo mare e spiagge: anche la montagna può essere pericolosa sul fronte delle scottature. Esporsi alle radiazioni ultraviolette comporta molti rischi, come scottature ed altri effetti a lungo termine, dall’invecchiamento all’insorgenza dei tumori della pelle. E questo vale anche, se non soprattutto, ad alta quota. “Meglio proteggersi sempre – raccomandano gli esperti – Indispensabile la crema solare, a partire dalla protezione 15 in su. Bisogna poi evitare di esporsi al sole nelle ore centrali della giornata, tra mezzogiorno e le quattro”.

Accortezze particolari anche per quanto riguarda la crema protettiva perché non basta spalmarla soltanto su naso braccia e schiena. “Bisogna stare attenti alle orecchie, l’attaccatura dei capelli, addirittura al cuoio capelluto se i capelli sono radi” spiegano i dermatologi “Bisogna anche ricordarsi che i raggi del sole colpiscono soprattutto ad alta quota. In montagna gli ultravioletti diventano più pericolosi, proteggersi quindi sempre è la regola fondamentale”.

In montagna infatti il riflesso del sole sulla neve e sul ghiaccio rende ancora più pericolosa l’esposizione: gli effetti sono quattro volte più forti che in spiaggia e la quantità di raggi Uvb, responsabili di eritemi e scottature, aumenta del 4 per cento ogni 300 metri di quota. Ma il pericolo maggiore è l’alta concentrazione di raggi Uva, quelli che invecchiano e degenerano la pelle. I filtri chimici attualmente presenti nelle creme solari non riescono a bloccarli e un consiglio può essere quello di usare pomate all’ossido di zinco che riflette i raggi del sole, anche se è esteticamente poco gradevole.

SaluteIn

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