Intervista esclusiva di Antonello Sette al dottor Cristiano Monarca, Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica

Dottor Monarca, facciamo innanzitutto chiarezza. Quali sono le lesioni della pelle di competenza chirurgica?

“Il melanoma, il basalioma e lo spinalioma sono le lesioni neoplastiche cutanee più frequenti. Possono comparire in ogni parte del corpo, ma nell’ottanta per cento circa dei casi interessano il volto, il cuoio capelluto e il collo, ossia zone esposte cronicamente e più delle altre alla radiazione del sole. Il sole sulla pelle non può essere considerato alla stregua di un nemico, ma dalle sue insidie bisogna proteggersi senza se e senza ma. Esporsi sì, ma con le dovute cautele e negli orari corretti. Altrimenti, può accadere che una persona, dopo anni di esposizione incauta o anche per una sua predisposizione genetica, manifesti una lesione neoplastica.

Particolarmente a rischio sono gli individui con fototipo chiaro, dalla pelle facilmente ustionabile ai raggi solari, chi ha nei diffusi, soprattutto se del diametro di 4-5 millimetri, chi ha alle spalle la familiarità per i tumori cutanei o, infine, chi con più frequenza si espone, per scelta o per ragioni di lavoro, al sole. A quel punto, è fondamentale rivolgersi al dermatologo che, anche con l’ausilio della epiluminescenza, un esame dermatoscopico diagnostico non invasivo che permette di esaminare la cute con molta accuratezza, sarà in grado di riconoscere le eventuali anomalie cutanee come irregolarità nella pigmentazione, dei margini e altri aspetti significativi, contribuendo in prima battuta alla diagnosi di tumori benigni e maligni, tra cui il melanoma. Posta l’ipotesi diagnostica presuntiva del dermatologo, sarà poi competenza del chirurgo plastico l’asportazione della lesione con due fondamentali obiettivi: la radicalizzazione della malattia oncologica, che può ottenersi solo chirurgicamente e l’esame istologico della lesione, l’unico che può stabilire con assoluta certezza e definitivamente la natura della patologia. Tutto questo vale per gli epiteliomi cutanei non melanocitari (basalioma e spinaloma) e ancor più per i melanomi. Come è evidente, una diagnosi certa e precoce di melanoma apre uno spettro prognostico di fondamentale importanza. Una diagnosi definitiva precoce, che, ripeto, si può ottenere solo con intervento chirurgico e il conseguente esame istologico, può migliorare la prognosi “quoad vitam” sino al 95 per cento”.

Le tecniche chirurgiche si sono perfezionate nel corso degli anni?

“Naturalmente sì, ma soprattutto sono enormemente progredite le capacità diagnostiche. Il dermatologo fa una diagnosi molto accurata di tipo clinico e, nei casi di sospetta lesione neoplastica, indirizza immediatamente il paziente al chirurgo plastico che, con un approccio radicale e mininvasivo, potrà ridurre i tempi di progressione della malattia per arrivare rapidissimamente alla diagnosi definitiva e alla radicalità oncologica, migliorando sensibilmente la prognosi. Il ruolo del chirurgo plastico è fondamentale anche perché la maggior parte delle lesioni neoplastiche cutanee insorgono nelle aree cosiddette nobili: volto, collo e cuoio capelluto. Le tecniche chirurgiche, denominate di oncoplastica, riescono a ottenere quasi sempre in un unico tempo chirurgico la radicalizzazione della malattia e la ricostruzione della perdita di sostanza dell’area anatomica affetta dalla lesione, minimizzando le alterazioni della funzionalità e l’impatto estetico e riducendo al minimo le deturpazioni”.

Presumo che siano interventi molto delicati. Come si fa a scegliere il chirurgo giusto?

“Solo un chirurgo plastico esperto può garantire, in un unico tempo operatorio, il ripristino della forma e della funzione. Voglio ribadire, a questo proposito, che l’unica terapia efficace è proprio quella chirurgica. Non ci sono terapie alternative. A una diagnosi definitiva si può arrivare solo con l’esame istologico e, se la lesione non viene asportata, ma ad esempio vaporizzata con altre metodiche, non si avrà una diagnosi definitiva e non si potrà mai sapere se avremo ottenuto l’obiettivo della radicalità oncologica”.

Qual è, a questo punto, l’appello che si sente di lanciare? “Il paziente affetto da una malattia cutanea di natura oncologica può e deve rivolgersi a un chirurgo plastico ricostruttore, formato da una lunga esperienza in oncoplastica. Questo è il modo più corretto, efficiente e utile per il paziente per giungere subito alla risoluzione della patologia; senza inutili scorciatoie e pericolose perdite di tempo che potrebbero solo portare a un peggioramento della prognosi per la propria vita o a interventi tardivi con esiti invalidanti e non sempre risolutivi”.

SaluteIn

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