Anche chi generalmente non soffre di allergie respiratorie potrebbe manifestarne i sintomi tipici, come occhi rossi, starnuti e asma, specie in città. E tutto questo a causa dell’inquinamento. Lo smog, presente in atmosfera, viene infatti assorbito dai pollini e poi rilasciato nelle vie aeree, intensificando le manifestazioni allergiche. È quanto emerge da uno studio coordinato dal Max Planck Institute for Chemistry di Mainz pubblicato sulla rivista “Frontiers in Allergy”. A segnalare la ricerca è la Società Italiana di Aerobiologia Medicina e Ambiente (Siama), che recentemente ha organizzato la “Giornata Nazionale del Polline”, patrocinata dalla Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (Siaaic).

Lo studio mostra che alcuni pollini, come ad esempio quelli delle graminacee, innescano l’iperattivazione dei Toll-like receptor 4 (TLR4), recettori cellulari che attivano la reazione allergica del sistema immunitario, anche in chi non soffre di allergie“, spiega Mario Di Gioacchino, presidente Siaaic. “Finora si era partiti dal presupposto che il continuo aumento delle malattie allergiche registrato negli ultimi decenni fosse da ricondurre alla combinazione tra predisposizione genetica e anomalie climatiche“, aggiunge il presidente Siama, Vincenzo Patella.

Ad avere un ruolo determinante in questa ‘epidemia di allergie’ sarebbe anche l’esposizione eccessiva degli allergeni ad alcuni inquinanti atmosferici che, proprio negli ultimi anni, hanno raggiunto concentrazioni elevate”.  Intanto quella appena iniziata si preannuncia una stagione da record: “Siamo passati da concentrazioni di 200 pollini totali per metro cubo di media nei giorni di picco di 5 anni fa ai 2.000 attuali, ben 10 volte di più“, conclude Patella.

SaluteIn

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