Intervista esclusiva di Antonello Sette a Pier Luigi Bartoletti, vice segretario nazionale vicario della Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale
“Quando esplode la primavera, gli studi dei medici di famiglia si riempiono di pazienti affetti da un’allergia. Il nostro compito è fondamentale. Prima di ogni altra cosa, dobbiamo accertare se ci troviamo davvero di fronte a un’allergia. Una volta stabilito che di allergia si tratta, dobbiamo, in sequenza, individuare l’allergene che l’ha provocata, stabilire se siano necessari esami di laboratorio e avviare la cura. Può anche capitare che il paziente immagini di essere allergico a qualcosa, senza esserlo da un punto vista clinico, come nel caso di recente di una mia assistita, che era convinta di essere celiaca da una vita. Una convinzione maturata chissà come, che il test specifico ha categoricamente smontato”.
Pier Luigi Bartoletti, vice segretario vicario della Fimmg, guarda con la competenza, la passione e l’esperienza di una vita all’avvento in corso delle allergie. Un fenomeno stagionale, che registra ad ogni stagione impennate di percentuali e pericolosità. E, come se non bastasse, la stagione delle allergie si è dilatata, sino a coprire ormai quasi la metà dell’anno solare. Dottor Bartoletti, quando ci dobbiamo preoccupare di una reazione allergica?
“L’allergia è una reazione abnorme dell’organismo di fronte a una sostanza estranea. Ci sono allergie che si ripetono a ogni primavera. Chi soffre di rinite allergica, sa che può procurare fastidi, come l’aumento della congestione nasale e la congiuntivite agli occhi. Anche gli attacchi d’asma sono una tipica manifestazione di allergia ricorrente. L’asma non è sempre solo fastidioso, perché può ripercuotersi anche sui bronchi, che si restringono sino a rendere la respirazione faticosa. Le allergie, di cui dobbiamo più preoccuparci, sono quelle pericolose per la vita. Le allergie agli imenotteri e ai farmaci possono, in alcuni casi estremi, essere anche letali. L’allergia alle api e alle vespe può diventare una malattia professionale, come nel caso degli apicoltori. Le reazioni anafilattiche, provocate dagli imenotteri, sono le più gravi in assoluto, arrivando a provocare la chiusura della glottide, il calo della pressione, la perdita della coscienza, sino alla morte. Io consiglio sempre a chi sa di essere allergico alle api o alle vespe o, peggio ancora, ha già alle spalle un episodio acuto di queste tipologie di allergia, di portare sempre con sé, specie se ha in programma una gita in campagna, una fiala di adrenalina. Nel malaugurato caso di uno shock allergico, una fiala di adrenalina può salvare la vita a chi ne è colpito. Sono molte le persone che ogni anno muoiono per la puntura di un imenottero. È un rischio altissimo, che viene generalmente sottovalutato. L’attenzione e la prudenza, quando si tratta di punture di api e vespe, non sono mai troppe”.
Si parla molto e, presumo, qualche volta anche a sproposito, di allergia ai farmaci…
“L’allergia ai farmaci merita un ragionamento specifico. Innanzi tutto, si può manifestare in vari modi. A partire da forme lievi, come rash cutaneo, prurito e gonfiore delle labbra o anche a iniziali difficoltà respiratorie. Bisogna fare una diagnosi precisa e, se possibile, sgombrare il campo da generalizzazioni dannose e invalidanti. Alcune persone, ad esempio, sostengono di essere allergiche agli antibiotici tout court, ma una cosa, ad esempio, è la penicillina, e un’altra sono i macrolidi. Il medico, fuorviato da una convinzione errata del paziente, può essere indotto a ritardare una cura che, invece, andava intrapresa immediatamente. Più banalmente, se il paziente mi dice di essere allergico all’aspirina, io, prima di dargli un antidolorifico, ci penso a lungo. L’allergia ai farmaci non va banalizzata. Prima di stabilire se il problema esiste, va fatto un test, il solo che può stabile a quali farmaci si è eventualmente allergici. In assenza di un test, sono solo empiriche e fantasiose possibilità. Con i farmaci, nel bene e nel male, abbiamo, invece, un assoluto bisogno di certezze”.