La dieta è la più studiata tra i fattori che possono influenzare i meccanismi epigenetici di controllo dei geni; non è un caso che nutrigenetica e nutrigenomica si stiano sempre più concentrando anche sugli aspetti epigenetici della relazione tra alimentazione e DNA. Gli alimenti che portiamo in tavola, conferma la scienza, vengono scomposti all’interno dell’organismo e i loro metaboliti possono generare effetti importanti dal punto di vista epigenetico. Ad esempio l’acido folico e le vitamine del gruppo B sono elementi chiave dei processi che portano alla formazione dei gruppi metile ed i cibi capaci di generare molte di queste molecole possono modificare rapidamente l’espressione dei geni. Non a caso, ciò che mangia la futura mamma in gravidanza e ciò che assumono i bambini nei primi anni di vita, contribuiscono a determinare il nostro profilo epigenetico.
Un altro esempio di sostanza, ampiamente studiata dalla comunità scientifica che ha dimostrato avere effetti significativi sull’epigenetica, è la curcumina. La curcumina, che appartiene alla classe chimica dei polifenoli, ha numerosi benefici terapeutici, che sono stati dimostrati in molteplici malattie croniche, tra cui infiammazione, artrite, sindrome metabolica, malattie epatiche, obesità, malattie neurodegenerative e in diversi tipi di cancro. Studi recenti hanno evidenziato che questa sostanza può agire nell’organismo grazie alla modulazione dell’espressione genica proprio attraverso modifiche epigenetiche.
Che dire degli effetti della dieta sulla epigenetica nella vita adulta? Molti componenti alimentari hanno la potenzialità di causare cambiamenti epigenetici nell’uomo. Ad esempio le verdure crocifere come i broccoli contengono isotiocianati, che sono in grado di aumentare l’acetilazione degli istoni. La soia è invece una fonte di genisteina, un isoflavone, che si pensa possa diminuire la metilazione del DNA in alcuni geni. Il composto del polifenolo, trovato nel tè verde, ha molte attività biologiche, tra cui l’inibizione della metilazione del DNA.