Intervista esclusiva di Antonello Sette al professor Edoardo Mercadante, Direttore della UOC di Chirurgia Toracica dell’Istituto Nazionale Tumori IRCCS Pascale di Napoli e Docente di Chirurgia Toracica presso l’Università UniCamillus di Roma
Gridiamolo forte caro professore: Il fumo continua a uccidere…
“Il fumo rappresenta il maggiore fattore di rischio per lo sviluppo del cancro del polmone, se è vero, come è vero, che l’85% dei pazienti che ne sono colpiti, è un fumatore. Esiste, tuttavia, per essere chiari, una percentuale pari al 15% di persone che sviluppano un cancro al polmone senza una correlazione con l’esposizione, attiva o passiva, al fumo di sigaretta. Nel loro caso entrano con ogni evidenza in gioco fattori genetici, ambientali e familiari”.
Che cosa si può fare per fermare questa strage annunciata?
“È fondamentale evitare l’esposizione a un fattore di rischio impattante, qual è il fumo di sigaretta. Oggi sono anche disponibili programmi di screening, finanziati dal Ministero della Salute, che si basano sull’esecuzione di una TC del torace ad alta risoluzione e a basso dosaggio di radiazioni, da eseguire nei soggetti a più alto rischio, quali sono i fumatori di età compresa fra i 55 e i 75 anni. Quello in corso è un programma di screening, che coinvolge tutte le regioni italiane. In ogni regione, infatti, esiste un Ospedale, un Centro, un Istituto Tumori, che lo esegue gratuitamente. Si chiama “Progetto RISP”, acronimo di Rete Italiana Screening Polmonare, ed è un programma di prevenzione, a cui tutti gli interessati possono iscriversi liberamente, garantendosi, in questo modo, la possibilità di avere gratuitamente una TC del Torace e, di conseguenza, una diagnosi precoce di cancro al polmone”.
A forza di insistere, anche grazie a programmi specifichi di prevenzione e screening, sta aumentando la sensibilità alla necessità di un’inversione di rotta delle proprie pessime e consolidate abitudini?
“All’interno delle famiglie dove si è vissuta un’esperienza oncologica, si è sviluppata, ahimè, una cultura oncologica; in queste famiglie la sensibilità alla necessità del cambiamento è molto alta. Per il resto, se è vero che fra gli uomini l’incidenza del tumore al polmone sta progressivamente diminuendo come conseguenza diretta della riduzione del consumo di sigarette, la stessa cosa non si può dire per le donne che purtroppo fumano sempre di più, ed infatti, tra queste ultime, registriamo un inevitabile incremento dell’incidenza della malattia. È molto importante ribadire forte e chiaro questa correlazione fra fumo e cancro al polmone, soprattutto a beneficio dei più giovani”.
Le sigarette elettroniche si sono, in questo senso, rivelate utili?
“Le sigarette elettroniche sono nate con lo scopo di disincentivare il fumo delle sigarette di tabacco e rappresentare un bridge che favorisse la sospensione. Un succedaneo, che avrebbe dovuto spingere a smettere completamente. In realtà, hanno fallito nel loro sbandierato intento, perché ad oggi chi sperimenta la sigaretta elettronica, non solo non la abbandona praticamente mai, ma soprattutto, incentiva e arruola ragazzi più giovani, quelli per intenderci di undici o dodici anni, nell’esercito dei fumatori di sigarette elettroniche, quando sarebbe sommamente improbabile che, in assenza della sigaretta “finta”, ne avrebbero accesa, alla loro precocissima età, una vera. Imparano, a loro spese, la gestualità e, in qualche maniera, il fascino perverso del fumare e quanto prima passeranno alle sigarette tradizionali. Inoltre, ancora non sappiamo quali saranno fra dieci o quindici anni gli effetti del consumo delle sigarette elettroniche iniziato in un’età tanto acerba. È un dubbio che ci trasciniamo dietro, allarmante e, in qualche misura, inquietante”.
La prevenzione è sicuramente la cura più efficace, ma che cosa può fare oggi la chirurgia, una volta che il tumore si è ineluttabilmente manifestato?
“La chirurgia rimane ad oggi il trattamento di scelta. Ha fatto dei progressi enormi, così come del resto la medicina oncologica di precisione. Oggi facciamo gli stessi interventi che eseguivamo vent’anni fa, ma senza aprire il torace. Oggi li eseguiamo avvalendoci della chirurgia robotica e toracoscopica, utilizzando delle telecamere ad altissima risoluzione e il Robot per manovrare gli strumenti, incrementando notevolmente la nostra precisione e riducendo, al tempo stesso, il trauma sul paziente. Noi dell’Istituto Tumori Pascale di Napoli ci siamo particolarmente dedicati all’esecuzione di questi interventi con la tecnica monoportale sia Toracoscopica che Robotica, e questo ci consente eseguire gli interventi con un unico accesso di solo quattro centimetri. La chirurgia Robotica monoportale rappresenta la vera frontiera della chirurgia toracica mini invasiva moderna e viene effettuata in pochissimi centri in Europa e solo al Pascale di Napoli, in Italia. L’associazione della chirurgia mininvasiva con la chemioterapia, l’immunoterapia, la terapia biologica ed in generale con la medicina di precisione, sta rendendo curabili e operabili pazienti che prima non potevano essere sottoposti a intervento chirurgico, perché troppo fragili o perché lo stato della malattia era talmente avanzato da rendere di fatto inutile l’intervento stesso. In questi pazienti, oggi è possibile proporre un trattamento multidisciplinare efficace e proficuo che porti al controllo della malattia e, nei casi più avanzati, alla sua cronicizzazione.