Intervista esclusiva di Antonello Sette a Lucia Villa, specializzata in Dermatologia, Tricologia e Venereologia

Dottoressa Villa, la pelle è troppo spesso trascurata, nonostante abbia in sé una valenza quasi metafisica…

“È proprio come lei dice. La pelle è la barriera fra il dentro e il fuori ed è, conseguentemente, anche lo specchio dell’anima”.

Qual è il vademecum che deve tenere a mente chi voglia prendersi cura dell’estrema barriera del suo corpo?

“Non trascuriamo le nostre macchie e, soprattutto, controlliamo i nei. E, se ci esponiamo al sole, ricordiamoci che i fototipi chiari e quelli rossi sono quelli che non si abbronzano mai e si scottano sempre, mentre quelli con la pelle, gli occhi e i capelli scuri, al contrario si abbronzano con facilità e non sanno neppure che cosa voglia dire scottarsi, ma rischiano, ancora più degli altri, di subire i danni che il sole provoca sulla pelle. Sappiamo tutti che la cute dei marinai e dei contadini, esposti fatalmente alle radiazioni UVA, UVB, UVC, agli ultravioletti e alla luce blu, sono i più soggetti ai tumori della pelle. Non dobbiamo neppure dimenticare che il melanoma, che si sviluppa dai nei, è un tumore di estrema gravità, con un alto rischio di metastasi e di conseguenze letali. Una prognosi infausta, che è sovrapponibile a quella del cancro al polmone”.

Oltre ai contadini e ai marinai, chi deve stare più degli altri all’erta contro i rischi dei danni provocati dall’esposizione alle radiazioni solari?

“I bambini e gli anziani sono soggetti fragili e, conseguentemente, la loro cute deve essere protetta più di quella degli adulti. Le scottature contratte da bambini aumentano del cinquanta per cento la possibilità di andare incontro a un tumore della pelle nel corso della vita. Quanto agli anziani, soprattutto a quelli fra loro che assumono regolarmente farmaci fotosensibilizzanti, come i diuretici, gli antibiotici e i cardiotonici, devono prestare attenzione, evitando di esporsi al sole nelle ore troppo calde, ovvero quando, da mezzogiorno alle tre, il sole è allo zenit. Bisognerebbe tornare al buon senso delle nostre nonne o bisnonne, che a mezzogiorno in punto tornavano a casa dal mare con la borsa di paglia e la bottiglia dell’idrolitina e riportavano i bambini e se stesse sulla spiaggia alle 16, dopo il pranzo e un benefico riposino”.

Le protezioni disponibili sul mercato, propagandate come salvifiche e miracolose, vanno bene sempre e comunque per tutti i tipi di pelle?

“Le protezioni devono essere tarate sulla tipologia del paziente. Un paziente che assume tanti farmaci, o che ha dovuto affrontare terapie oncologiche, deve evidentemente proteggersi più degli altri. Dico anche, e vale per tutti, che nelle ore più calde il filtro chimico delle creme non basta. Occorre anche uno schermo fisico, quale può essere una t-shirt bianca. Gli australiani, che hanno promosso un’infinità di campagne contro il melanoma, hanno la buona e sana abitudine di tenersi addosso una maglietta bianca, anche quando s’immergono nelle acque del mare”.

Un problema, quasi sempre irrisolto, è quello dell’acne giovanile…

“L’acne lascia le cicatrici e non va, quindi, sottovalutata, ma curata per tempo, anche perché si manifesta in una fascia di età, in cui sono già presenti tutte le problematiche legate all’immagine di sé. Ancora oggi vediamo persone, di quarant’anni o più, con la pelle butterata da un’acne che non è stata evidentemente trattata al momento giusto. È importante, quindi, aggredire l’acne nelle fasi iniziali, prima che per tanti ragazzi diventi un problema in grado di incidere sull’immagine di sé e, quindi, sull’autostima. Ogni giorno la pubblicità esibisce ragazzi con una pelle vellutata, quando, invece, l’acne, forse anche per i diversi stimoli sociali, alimentari e ambientali, è una patologia che nella fase puberale è in costante aumento, con tutti gli annessi risvolti non solo estetici, ma anche psicologici”.

È meglio quindi, andare per tempo dal dermatologo piuttosto che essere costretti a rivolgersi a uno psicologo?

La pelle nasce nel bambino dalle stesse cellule che danno luogo alla cresta neurale. È, quindi, un organo sensoriale. Un organo, per intenderci, con cui esprimiamo i nostri sentimenti e le nostre emozioni. Il riflesso ultimo e insostituibile della nostra anima”.

SaluteIn

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