Intervista esclusiva di Antonello Sette a Clara De Simone, Professore Associato di Dermatologia al Policlinico Gemelli di Roma
Professoressa De Simone, l’estate porta con sé molte insidie per la nostra pelle…
“Durante la stagione estiva si trascorre più tempo all’aperto ed esposti al sole e, se da una parte ne beneficia il nostro umore, dall’altra corriamo dei rischi per quanto riguarda il benessere della nostra pelle. L’esposizione al sole dovrebbe essere graduale, ma molto spesso, anche per la vita frenetica che conduciamo, incappiamo nel tranello di una overdose tanto breve quanto intensa, che favorisce una reazione infiammatoria e, talvolta, una vera e propria ustione solare”.
Qual è il comportamento corretto per scongiurare il rischio di un’ustione solare?
“I raggi ultravioletti possono innescare reazioni acute tramite la produzione di radicali liberi e di sostanze ossidanti. Dobbiamo, quindi, prepararci all’esposizione al sole, assumendo per bocca delle sostanze antiossidanti, che ci consentono di proteggere preventivamente la nostra pelle dai potenziali danni provocati dal sole. In questo senso, anche le verdure a foglia larga e la frutta di stagione possono essere di grande aiuto nella difesa della pelle dalle aggressioni del sole. Il betacarotene, che contengono, può stimolare la sintesi della melanina e agire come antiossidante naturale. Anche le vitamine, in particolare quelle E e C, ci vengono in soccorso per proteggerci dalle insidie del sole. Sono reperibili in farmacia anche integratori che contengono in modo concentrato i principi presenti negli alimenti. Generalmente vanno assunti a partire da due settimane prima e, continuativamente, anche per il primo periodo dell’esposizione al sole. Naturalmente, l’assunzione di integratori e sostanze antiossidanti non ci esime dall’utilizzare le creme schermanti, che vengono, come sappiamo, classificate sulla base del cosiddetto fattore di protezione e vanno scelte in ragione del fototipo di ciascuno di noi, che si basa sulla pigmentazione della pelle, degli occhi e dei capelli e fotografa la risposta del singolo soggetto all’esposizione ai raggi solari in termini di facilità di abbronzarsi o, al contrario, di scottarsi. I soggetti più chiari devono scegliere le creme con un fattore di protezione 50 , mentre a quelli, che hanno pelle e caratteristiche somatiche più scure, basterà una uno schermo con un fattore di protezione 30. Naturalmente, creme, alimenti antiossidanti e integratori non possono essere interpretati come un salvacondotto per esporci al sole illimitatamente. Rimane valida la buona regola di prendere il sole sino alle 11 di mattina e dalle 4 del pomeriggio, quando la direzione dei raggi è meno perpendicolare”.
Una prolungata esposizione al sole può avere conseguenze diverse dalla classica ustione?
“L’esposizione al sole può provocare la comparsa di manifestazioni erpetiche in alcuni soggetti, in qualche misura predisposti, che devono, quindi, essere particolarmente prudenti in occasione delle prime esposizioni e utilizzare alcune precauzioni supplementari, come, ad esempio, cappelli a tesa larga”.
Anche le punture di insetti sono una iattura estiva…
“A questo proposito, mi preme ricordare che proprio in questo periodo è particolarmente attiva la zanzara tigre, che può provocare reazioni più intense e perniciose di quelle normali, che nella maggioranza dei casi si limitano al semplice, per quanto fastidioso, prurito. Per questi e tutti gli altri insetti, come vespe, calabroni e api, è consigliabile utilizzare repellenti, ambientali o applicati direttamente sulla cute. Proteggersi dagli insetti è importante anche perché, per fortuna raramente e in soggetti predisposti, le punture di insetti possono provocare gravi reazioni allergiche con la conseguente necessità di ricorrere a un pronto soccorso. Per chi sa che rischia reazioni allergiche particolarmente gravi, compreso uno shock anafilattico, esiste la possibilità di premunirsi con vaccini specifici, disponibili nei centri di allergologia”.
È comune percezione che anche la balneazione non sia esente da rischi…
“Sì, la balneazione non è solo un piacere che accomuna milioni di italiani, ma comporta anche il rischio di incorrere in una dermatite irritativa, molto dolorosa, qual è quella determinata dal contatto con le meduse o i pesci ragno, più noti come tracine. Nel caso delle meduse, è fondamentale rimuovere con una pinzetta i tentacoli che rimangono sulla pelle e bagnare la parte aggredita sempre e solo con l’acqua salata del mare. L’utilizzo, peraltro molto frequente in questi casi, di acqua dolce finisce per provocare il rilascio da parte dei tentacoli rimasti incollati sulla pelle di ulteriori sostanze urticanti. Il ricorso immediatamente successivo a un gel astringente al cloruro di alluminio dà alla persona venuta a contatto con la medusa una sensazione di fresco sollievo. Nei casi più ostinati si può applicare sulla parte interessata anche una crema al cortisone. Vanno, invece, banditi i vecchi e abusati rimedi della nonna, come l’ammoniaca e l’aceto. Le punture da tracina sono una insidia dei fondali sabbiosi, dove il pesce si mimetizza completamente. Le sostanze tossiche, iniettate dagli aculei dorsali a seguito di un contatto accidentale, determinano un dolore intenso, con una reazione infiammatoria che generalmente rimane localizzata, ma che può anche estendersi a tutto l’arto colpito. Il rimedio più immediato è quello di immergere la zona colpita in acqua molto calda o, se non disponibile, di riscaldare la parte sulla sabbia, perché il veleno della tracina si inattiva con il calore. Gli aculei eventualmente ancora presenti vanno rimossi per evitare che inneschino una infezione. Gonfiore e rossore della zona colpita possono essere trattati con crema antinfiammatoria e, se la reazione è particolarmente estesa o se si manifesta un malessere generale, è opportuno consultare immediatamente un medico.
Fate la massima attenzione, quindi, perché la pelle non è solo la parte di noi immediatamente visibile, ma anche la più, in tutti i sensi, esposta. Buona estate a tutti”.