I numeri relativi all’obesità in Italia sono allarmanti: nel nostro Paese ben 6 milioni di persone soffrono di questa patologia, associata a molteplici cause (genetiche, endocrino-metaboliche, ambientali, comportamentali) e non semplicemente una conseguenza di un’alimentazione o uno stile di vita scorretto. L’obesità è una delle principali sfide sanitarie globali con tassi di crescita e impatti tanto allarmanti da portare l’Organizzazione mondiale della Sanità a coniare il termine “Globesità”. Il fenomeno nel mondo è in aumento e riguarda più dell’11% della popolazione, mentre il 33% dei cittadini risulta in sovrappeso. Si tratta di un problema sociale e sanitario in rapida e costante crescita, specie nei Paesi a medio-alto reddito.
Nel mondo un miliardo di persone convive con l’obesità, le proiezioni sconfortanti ipotizzano al 2035 che metà della popolazione mondiale ne sarà affetta. Nel Vecchio Continente più di un adulto su 2 e più di un bambino su 3 convivono con sovrappeso o obesità. Almeno 2,8 milioni di adulti muoiono ogni anno a causa di questa patologia e delle sue conseguenze, senza contare che essa è causa di morte prematura e collegata ad almeno 200 complicanze tra cui diabete di tipo 2, tumori, ipertensione, dislipidemia, malattia coronarica e apnee ostruttive. Comparati a soggetti normopeso, gli individui con obesità hanno 12 volte il rischio di sviluppare quattro o più malattie correlate.
È urgente riconoscere l’obesità come malattia cronica che richiede non solo attenzione clinica particolare, ma un intervento coordinato e integrato a livello nazionale, che vada oltre l’approccio preventivo. La consapevolezza dell’obesità come patologia è unanime anche tra le Istituzioni, che esprimono forte consenso per possibili investimenti mirati in prevenzione, sensibilizzazione e cura, che potrebbero ridurre l’incidenza, con un impatto positivo sulla spesa pubblica attraverso la riduzione di costi diretti e indiretti ad essa associati.