Il legame tra lavoro, società e salute mentale è il focus scelto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per celebrare quest’anno la Giornata Mondiale della Salute Mentale. L’obiettivo è quello di accrescere la consapevolezza attorno ai problemi della salute mentale nel mondo e creare maggiori opportunità di confronto per tutte le parti coinvolte: medici, Istituzioni, associazioni. “Condizioni di lavoro caratterizzate da forte stress e precariato, ma anche da pregiudizi, discriminazioni e molestie, possono comportare gravi rischi per la salute mentale – sottolinea Liliana Dell’Osso, presidente della Società Italiana di Psichiatria (SIP) – E, come ricorda l’OMS, con il 60% della popolazione mondiale al lavoro, il 15% della quale affetta da un disturbo mentale, è necessaria un’azione urgente per ridurre lo stigma sul posto di lavoro attraverso la consapevolezza e la formazione e per creare un ambiente di lavoro più sano e inclusivo che protegga e supporti attivamente la salute mentale. Senza considerare come lo stigma crei una barriera all’occupazione e le persone affette da gravi disturbi mentali siano in gran parte escluse dal mondo del lavoro o impiegate in attività poco retribuite o insicure, spesso prive di tutele adeguate”.

Nel mondo si stima che ogni anno si perdano circa 12 miliardi di giornate lavorative a causa di depressione e ansia, con un costo di 1 trilione di dollari all’anno in termini di perdita di produttività. A fronte delle dimensioni “pandemiche” raggiunte dai disturbi mentali, non corrisponde un aumento o un miglioramento dei servizi di cura, in particolare nel nostro paese. I Dipartimenti di Salute Mentale, infatti, sono diminuiti di numero e stanno vivendo una profonda crisi di personale, soprattutto medico: si stima che il prossimo anno mancheranno all’appello altri mille psichiatri.

La prevenzione come sempre gioca un ruolo primario.Bisogna evitare che il lavoro amplifichi disagi preesistenti o assimili questioni sociali più generali che hanno effetti negativi sulla salute mentale, ad esempio disuguaglianza, discriminazione ma anche bullismo e violenza – prosegue la professoressa Dell’Osso – Essere senza lavoro rappresenta un rischio per la salute mentale. Disoccupazione, precarietà lavorativa e finanziaria e recente perdita del lavoro sono fattori di rischio per tentativi di suicidio“.

SaluteIn

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