Intervista esclusiva di Antonello Sette a Peppino Paffi, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale San Francesco di Nuoro

Dottor Paffi, la Cina è diventata per lei la meta e l’occasione, più unica che rara, di una collaborazione scientifica ad altissimo livello…

“La mia esperienza in Cina nasce dalla proficua acquisizione da parte dell’Ospedale San Francesco di Nuoro della tecnologia CoughSync, che, come lei sa, è una sofisticata innovazione medica, sviluppata in Israele, in grado di interagire, attraverso l’intelligenza artificiale, con i pazienti collegati al ventilatore automatico per insufficienza respiratoria o multiorgano. È una tecnologia che, riproducendo il riflesso della tosse, favorisce un’aspirazione delle secrezioni bronchiali non incisiva sulle volumetrie del respiratore automatico, senza alcuna alterazione collaterale della funzionalità polmonare”.

Qual è la più importante differenza rispetto alle strategie tradizionali?

“La nuova metodologia, che apre un’era nuova e può, quindi, definirsi rivoluzionaria, ci consente di non utilizzare i sondini da aspirazione tracheo-bronchiale, evitando in questo modo il rischio delle lesioni provocate dal passaggio meccanico sulla mucosa, sia tracheale che bronchiale, e tutta una serie di controindicazioni, che molte volte sono fonte e indice di infezioni associate alla ventilazione, ovvero di complicazioni che in molti casi determinano il peggioramento delle condizioni cliniche del paziente ventilato e, di conseguenza, allungano i tempi di degenza in Terapia Intensiva. La grande novità è che la tecnologia CoughSync è stata, una volta conosciuta, fatta propria e acquisita da una grande multinazionale cinese, che si propone di introdurla nel loro sistema sanitario e noi dell’Ospedale San Francesco di Nuoro, che siamo fra i primissimi centri che in Italia hanno cominciato a utilizzarla, siamo stati invitati in Cina per illustrare e più compiutamente far conoscere il nuovo device da noi sperimentato. È stato un incontro proficuo e di estremo interesse sul tema della ventilazione nelle Terapie Intensive facendo conoscere il nuovo strumento tecnologico da noi sperimentato”.

Se non sbaglio, c’è una nuova meta che l’attende nell’immediato futuro. Dalla Cina a Milano il tragitto è più breve di quello che si potrebbe pensare…

“Sì, è come se ci fosse stato un prolungamento dei rapporti intrattenuti in Cina e un ulteriore passaggio scientifico. Lì ho conosciuto alcuni ricercatori, che si stanno applicando sulla strutturazione del gemello digitale, ovvero di un avatar in grado si riprodurre funzionalmente gli organi di un paziente, su cui vengono simulate le patologie, consentendo di testare una determinata terapia, farmacologica o chirurgica che sia, sull’avatar del paziente appunto, prima ancora di mettere in pratica la cura ipotizzata. Possiamo, quindi, capire in anticipo se la strada imboccata è quella giusta”.

Il gemello digitale è fondamentale anche per la tecnologia CoughSync da lei sperimentata all’Ospedale San Francesco di Nuoro?

“Assolutamente sì. La nostra tecnologia si inserisce perfettamente nella strutturazione del gemello digitale del polmone. Questa possibilità, sicuramente rivoluzionaria, sarà l’argomento guida di una relazione che presenterò al congresso mondiale sui Gemelli digitali, in programma a Milano dal 14 al 18 ottobre”.

SaluteIn

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