Intervista esclusiva di Antonello Sette a Michele Venosa, Specialista in Ortopedia e Traumatologia
Dottor Venosa, la lesione della cuffia dei rotatori è una patologia dolorosa che affligge una vasta fetta della popolazione…
“Sono problematiche estremamente comuni. Basti pensare che il secondo motivo in assoluto, per cui ci si rivolge all’ortopedico, è il dolore di spalla, che naturalmente può avere, in quanto tale, numerosi fattori causali. Tra questi, uno dei più frequenti è per l’appunto la lesione della cuffia dei rotatori (i dati della letteratura ci parlano di una incidenza compresa tra il 5 e il 40%).
La cuffia dei rotatori è un complesso di strutture muscolari e tendinee che hanno il compito di stabilizzare l’articolazione della spalla. Sono quattro strutture, il sovraspinato, il sottospinato, il piccolo rotondo e il sottoscapolare, responsabili dei movimenti sui vari piani della spalla, che come sappiamo tutti, è un’articolazione con un ampio grado di mobilità. Per questa ragione essa è soggetta a notevoli sollecitazioni, che, ripetute nel tempo, possono determinare microtraumatismi, anticamera di potenziali lesioni. Si passa quindi dallo “sfibramento” delle strutture tendine, a lesioni parziali fino a lesioni vere e proprie, a tutto spessore, con i tendini che si staccano dalla loro sede anatomica sulla testa dell’omero. Le lesioni, complete o parziali che siano, possono essere quindi favorite da fenomeni di tipo degenerativo ma anche da eventi di natura traumatica.”.
Come si affronta e gestisce la lesione della cuffia dei rotatori?
“I rimedi possibili comprendono due diverse modalità, conservativa e chirurgica. Ci sono, a questo proposito, indicazioni differenti, in ragione dell’età del paziente, della tipologia della lesione e della qualità dei tessuti. Generalmente, il trattamento conservativo è quello di prima istanza, finalizzato ad alleviare soprattutto il dolore e a migliorare la funzionalità della spalla. Le cause del dolore possono essere legate a sinoviti, borsiti sottoacromiali, impingement, che sono tutte possibili conseguenze cliniche della lesione della cuffia dei rotatori”.
In che cosa consiste l’approccio conservativo?
“Il trattamento conservativo prevede un percorso di gestione del dolore, basato su una terapia farmacologica e fisioterapica, ma soprattutto, un percorso di tipo riabilitativo, finalizzato a migliorare la dinamica articolare della spalla, con l’obiettivo primario di ripristinare la normale dinamica della scapola e “ribilanciare” le strutture che garantiscono l’equilibrio biomeccanico dell’articolazione”.
Quand’è, invece, il caso di ricorrere alla chirurgia?
“L’alternativa al trattamento conservativo è quello chirurgico, generalmente indicato nelle lesioni traumatiche e nelle lesioni dei pazienti di giovane età o ad alte richieste funzionali. Si sostanzia in un approccio biologico e biomeccanico, volto a ripristinare la funzionalità antecedente la lesione, attraverso il reinserimento delle strutture tendinee nella loro sede originaria con l’utilizzo di particolari ancorette o dispositivi di sutura. A questo scopo, vengono oggi utilizzate tecniche mininvasive di tipo artroscopico, che consentono di accedere all’articolazione con incisioni puntiformi. Sono interventi capace di garantire buoni risultati nel tempo, fermo restando che è anche in questo caso importante un percorso riabilitativo indirizzato al completo ripristino della funzione e della forza muscolare della spalla”.
Le tecniche operatorie si sono evolute nel tempo?
“Un tempo si utilizzavano tecniche che prevedevano l’intera esposizione dell’articolazione. Poi si è passati alla cosiddetta tecnica mini-open, con incisioni limitate per favorire il reinserimento dei tendini. Oggi questa tipologia di intervento è superata dalle nuove tecniche di tipo artroscopico e, quindi, mininvasivo, che consentono un ottimo recupero funzionale”.
Qual è l’ambito di applicazione della soluzione chirurgica? Ci sono limitazioni oggettive?
“Le ultime indicazioni della letteratura scientifica suggeriscono di essere cauti nell’indicazione chirurgica, quando ci si trova di fronte pazienti avanti con gli anni, perché la qualità dei tessuti è di norma tale da inficiare il risultato chirurgico potendo più facilmente determinare la ri-rottura della cuffia dei rotatori”.