Intervista esclusiva di Antonello Sette a Cristiano Monarca, Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica

Dottor Monarca, è boom di ricorsi alla medicina e alla chirurgia estetiche da parte degli uomini e degli under 25…

Assolutamente si, oltre alla richiesta da parte dell’universo femminile, “dello sbarco e della crescita esponenziale dell’universo maschile” che si affida al chirurgo plastico sono un testimone diretto, perché mi occupo di Body Contouring Chirurgico da oltre vent’anni e ho introdotto la SCULTURA MUSCOLARE, tecnica chirurgica volta ad esaltare le forme visibili del corpo donando armonia ed equilibrio estetico.

Una tecnica inizialmente nata per esaltare le forme dell’addome e che oggi viene eseguita su tutto il corpo.

Quello che da subito si è rivolto a me è stata soprattutto l’universo maschile, da sempre tradizionalmente restio ad avvalersi dell’opera del chirurgo plastico. Molti uomini hanno visto nella SCULTURA MUSCOLARE la “nuova opportunità” di migliorare non solo il proprio corpo, ma anche la propria vita socio-relazionale.

L’abbellimento armonioso del corpo si è rivelato propedeutico a quello parallelo dell’animo(Mens sana in corpore sano). Una corrispondenza, che io riscontro quasi quotidianamente.

 Sono ormai in molti a pensare che con un fisico ben modellato e atletico possano veder trasformata la qualità dei rapporti interpersonali e, conseguentemente la loro vita “tout court”.

La SCULTURA MUSCOLARE può essere eseguita su diversi distretti anatomici addome , braccia, dorso ,petto, spalle, glutei, gambe con risultati “permanenti” nel tempo.

Dopo questo intervento di definizione del proprio corpo i pazienti mi raccontano che, da quando si sono operati, iniziano a vivere la vita che hanno sempre desiderato, una sorta di “seconda vita”.

Essi si aprono al mondo, a nuovi affetti, a un modo nuovo di stare con gli altri, senza più insicurezze e senza dover passare, come unico ipotetico rimedio, dalle forche caudine di una dieta dura, fatta di privazioni e frustrazioni.

Gli interventi, volti a rimodellare in senso armonico “l’architettura” del corpo, comprendono evidentemente, come corollario, un valore etico di fondamentale importanza, “La spinta verso una vita a misura di felicità”.

I maschi vengono da lei solo per ridisegnare una struttura muscolare, sino ad allora foriera di imbarazzi e, talvolta, di veri e propri complessi…

“No, stanno cambiando anche altri aspetti. Se prima i maschi erano refrattari a utilizzare creme e prodotti di bellezza, adesso li acquistano e utilizzano regolarmente e si sottopongono, in modo pressoché equipollente, ad interventi chirurgici idonei a migliorare il proprio aspetto. Oggi anche gli uomini chiedono al Chirurgo Plastico di intervenire sul viso per migliorarne le proporzioni, volumi e forme.

Essi desiderano molto spesso un miglioramento del profilo mandibolare e del volume degli zigomi, al fine di ottenere quello che loro stessi definiscono un profilo più determinato ed accattivante.

Il fine è sempre lo stesso. Si ambisce a piacere per poter andare incontro alla vita con più possibilità e meno paure.

Le procedure di chirurgia e medicina estetica per l’universo maschile sono ormai una realtà, forse sorprendente ma “conclamata”…e non ci deve stupire.

Quanto hanno inciso i social su questa galoppante evoluzione al maschile della chirurgia plastica ed estetica?

“Instagram, Facebook, e le varie piattaforme social, hanno proposto e propongono dei modelli di ipotetica bellezza spesso esasperati ed innaturali tali da generare grandi disagi psicologici ed emotivi con lo scopo di imporre canoni estetici propagandati ed imposti come archetipo artefatto di bellezza e benessere.

C’è da osservare, a questo proposito, che nell’immaginario collettivo le donne e gli uomini non sono più quelli che erano cinquant’anni fa.

Oggi, ad esempio, l’universo maschile, che si rivolge al chirurgo plastico è desideroso di apparire con tratti più volitivi. La bellezza moderna del volto occidentale ambisce a mandibola e zigomi ben evidenziati, labbra carnose, naso regolare e sguardo il più accattivante possibile. Non è un caso difatti che siano quindi aumentate le richieste di interventi chirurgici, volti a modificare l’aspetto e la forma dello sguardo.

Sono segnalati deragliamenti dal punto di vista dell’etica professionale?

L’etica del percorso intrapreso è interamente nelle mani del medico, che si deve relazionare con il paziente e immedesimarsi a 360 gradi nei suoi disagi e nelle sue aspettative. Il medico può acconsentire a sottoporre il paziente ad interventi di chirurgia d medicina estetica valutando la buona condizione psicofisica del paziente e di dovrà rifiutare di intervenire su pazienti affetti da dismorfofobia che porterà sicuramente ad un fallimento terapeutico poiché questi pazienti non potranno mai essere contenti del risultato ottenuto ma anzi spingeranno ulteriormente per ottenere ossessivamente sempre qualcosa ” in più per il loro aspetto”.

Il principale problema dei pazienti dismorfofobici, di cui soffrono, non riguarda il corpo ma è un disagio dell’anima e della sfera psicologica.

Detto degli uomini che hanno raggiunto e oltrepassato le donne anche in un ambito rimasto per secoli un tabù, resta da spiegare anche il ringiovanimento dei richiedenti. Gli under 25, che fanno ricorso alla medicina e alla chirurgia estetica, equivalgono al trenta per cento del totale…

“Gli under 25 sono quelli che più vistosamente subiscono l’influenza dei social, che non fanno altre che aumentare a dismisura le loro insicurezze. Si aggrappano alla medicina e alla chirurgia estetica, come a un’ancora di salvezza. La speranza è quella di raggiungere quei i canoni di presunta bellezza proposti continuamente in modo da sentirsi accettati e vincenti per la società in una fase della vita in cui si rafforza l’identità e la propria personalità. Purtroppo, troppo spesso accade, che ci si abbandoni a mode e a stereotipi catapultati dalla rete, che non hanno nulla a che fare con qualsivoglia concezione di armonia delle forme e anatomia del corpo. Vanno ovviamente accettati e anche incoraggiati alcuni interventi correttivi, soprattutto quando il disagio è legato a una malformazione oggettiva, come un orecchio prominente, un naso “molto ingombrante” o un torace eccessivamente “arrotondato” poiché affetto da ginecomastia, o nelle donne per esempio una mammella malformata o “troppo poco” sviluppata.

Andrebbero invece valutate con cautela e restituite al mittente tutte le richieste, che ricalcano l’assuefazione ai dettami di una platea virtuale, fuorviata e fuorviante, sino al punto da imporre modelli che sono solo la caricatura di ogni possibile idea o aspirazione di armonia”.

SaluteIn

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