Intervista esclusiva di Antonello Sette a Lucia Villa, specializzata in Dermatologia, Tricologia e Venereologia
Dottoressa Villa, la dermatite atopica è al centro dell’attenzione per la specifica campagna di sensibilizzazione tuttora in corso…
“La dermatite atopica è una malattia infiammatoria della cute geneticamente determinata, correlata a una, più o meno intensa, flogosi con andamento cronico recidivante. È una patologia molta diffusa, che colpisce il venti per cento dei bambini, il quindici degli adolescenti e il dieci degli adulti. Dai più recenti dati a nostra disposizione, elaborati negli Stati Uniti, risulta che nel quaranta per cento dei casi la dermatite atopica assume una forma moderata o severa che, come tale, necessita di una terapia sistemica, anche per un’evidente compromissione della qualità della vita. In particolare, nei bambini si segnala difficoltà nell’apprendimento, con conseguenti problematiche di ritorno familiari e sociali”.
Quali sono i punti chiave che identificano la dermatite atopica?
“Un punto chiave è il difetto di barriera. Quello che si determina è una xerosi, una secchezza cutanea, legata all’alterazione delle ceramidi e della fillagrina. Ci troviamo al cospetto di una cute ipersensibile e reattiva, sottoposta molto spesso anche a patologie di tipo allergico. Un altro punto chiave è l’attivazione del sistema immunitario, che ha un’incidenza importante perché provoca una maggiore sensibilità agli allergeni, che sono tutti gli apteni, ovvero tutte le sostanze allergiche che possono, a loro volta, impattare sulla cute patologicamente compromessa”.
Quali sono i rimedi disponibili per contrastare le cause, o almeno gli effetti, della dermatite atopica?
“Ci sono le terapie che normalmente vengono usate dai dermatologi, come quella steroidea e la ciclosporine, ma sono felice di poter essere ambasciatrice di una buonissima notizia, qual è quella di un approccio terapeutico diverso, per molti aspetti risolutivo. Una terapia rivoluzionaria, che agisce sul blocco dell’OX40 e sull’OX40 ligando, due molecole co-stimolatrici, che agiscono sia sulle cellule T, sia su quelle della memoria e sulle effettrici. Bloccando questi due recettori, blocchiamo anche la dermatite atopica”.
È davvero una bellissima notizia per tutte le famiglie che vivono la dermatite atopica, come un incubo quotidiano…
“La svolta, che lei definisce giustamente rivoluzionaria, nasce dall’utilizzazione di anticorpi monoclonali, che vanno, per l’appunto, a bloccare OX40 e OX40 ligando. Il blocco delle cellule presentanti l’antigene riduce l’indice di gravità della malattia non solo in via temporanea, perché il blocco persiste nel tempo, determinando un arresto della reattività cutanea che permane anche dopo l’interruzione della somministrazione dei monoclonali, che al momento sono di tre tipi. Due agiscono su OX40 , mentre la terza blocca specificatamente il ligando di OX40”.
Le nuove terapie non sembrano comportare rischi significativi di effetti collaterali nocivi”.
La nuova proposta terapeutica apre nuovi orizzonti a livello di qualità di vita?
“Assolutamente sì, perché agisce contemporaneamente su due elementi importanti, quali il prurito e le manifestazioni dermatologiche, che sono entrambi impattanti sulla qualità della vita. Pensiamo ai disturbi sonno-veglia legati al prurito e l’irrefrenabile spinta a grattarsi durante la notte e ai disagi esistenziali determinati dalla localizzazione al volto della dermatite atopica, soprattutto quando a esserne colpiti sono gli adulti, l’alterazione psicologica dei rapporti interpersonali e nelle varie tipologie di lavori esposti al pubblico”.
Qual è la raccomandazione che si sente di fare?
“Più che un consiglio, è un appello: controllate assiduamente le manifestazioni legate alla dermatite atopica, non solo per curarla, ma anche per evitare le recidive. Ne va della qualità della vita di centinaia di migliaia di bambini, adolescenti, donne e uomini”.