Non solo le neo-mamme: la depressione post partum può colpire anche i papà. Stando ai risultati di un recente studio australiano un padre su dieci viene infatti travolto da quel mix di sconforto, ansia e pensieri negativi che viene innescato dai cambiamenti dovuti alla nascita di un bambino: la ricerca, diffusa su “Journal of Affective Disorders” ha rivelato quanto alta sia l’incidenza del fenomeno tra la popolazione maschile e si tratta di una novità che secondo gli esperti evidenzia l’importanza di riconoscere e affrontare questa condizione anche tra gli uomini.
Prendersi cura della propria salute mentale e fisica già da prima della nascita di un figlio può quindi ridurre significativamente il rischio di incorrere in stati depressivi nei mesi seguenti all’arrivo del bebè. I padri con una storia pregressa di depressione o ansia risultano infatti tre volte più inclini a sviluppare questa condizione anche quando la famiglia si allarga. Elementi come l’autocura, il supporto relazionale, il coinvolgimento nella comunità e una buona salute fisica e mentale si sono perciò dimostrati fondamentali per il mantenimento di uno stato psico-fisico adeguato ad affrontare le sfide della genitorialità. Ad influire sulla depressione post partum maschile ci sono soprattutto i cambiamenti ormonali nel periodo successivo alla nascita di un figlio, come una riduzione del testosterone, che può influenzare in modo significativo l’umore e il sonno del neo-papà. Si aggiungono poi le responsabilità crescenti e le pressioni sociali, che spesso portano i padri a non esprimere le proprie difficoltà.
Alcuni segnali come irritabilità, senso di frustrazione e tristezza persistente sono alcuni dei tratti più frequenti e relativamente semplici da individuare, ai quali si aggiungono disturbi del sonno, fatica cronica, apatia, sensi di colpa o inadeguatezza. Gli esperti insistono sull’importanza di riconoscere e affrontare i sintomi della depressione post-partum, unitamente a un cambiamento culturale che, benché più complicato, appare sempre più necessario per affrancare i padri da stereotipi antiquati che si ostinano a dipingere l’uomo di casa come un individuo forte e privo di fragilità.