Intervista esclusiva di Antonello Sette a Pier Luigi Bartoletti, Vice Segretario della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale e Segretario di quella romana
Dottor Bartoletti, sveliamo una volta per tutte l’arcano. I FANS sono pericolosi?
“Mi consenta di rivoltare la sua domanda. I farmaci antinfiammatori non steroidei fanno bene solo se utilizzati quando servono, nelle forme e alle dosi previste. Non fanno, invece, assolutamente bene, quando sono utilizzati impropriamente o se ne abusa. Abbiamo tutti un FANS dentro un armadietto di casa e, a portata di mano come sono, cediamo troppo spesso alla tentazione di assumerli, come se fossero la panacea di tutti i nostri mali e fastidi. Non dobbiamo mai dimenticare che non sono tutti uguali, né indicati indistintamente per tutte le patologie e che hanno, senza eccezione alcuna, le loro inevitabili controindicazioni”.
Dobbiamo, quindi, stare molto attenti ad assumere i FANS cum grano salis e a non diventarne dipendenti?
“Non vanno usati come se fossero un tonico giornaliero, o caramelle benefiche, soprattutto quando ci troviamo di fronte a pazienti anziani o che soffrono di patologie croniche e sono, conseguentemente, costretti a ricorrere ad altri farmaci. L’antidoto all’uso improprio e agli eccessi pericolosi è il medico. Il fai da te con i FANS non funziona e può diventare rischioso, specie quando interagiscono con i salvavita, come gli anticoagulanti per i cardiopatici e gli antiaggreganti per chi soffre di patologie vascolari”.
Il paracetamolo non comporta fortunatamente gli stessi rischi…
“Premesso che anche il paracetamolo, che non è un antinfiammatorio, ma un antipiretico e un antidolorifico, può far male, nella deprecabile ipotesi di un utilizzo scomposto, a dosi massicce e continue, sviluppa sicuramente meno interazioni e comporta, quindi, meno rischi rispetto ai FANS e può essere tranquillamente somministrato anche durante la gravidanza, senza le rigorose cautele di cui necessitano gli antinfiammatori”.
Che cosa si sente di raccomandare dall’alto della sua competenza e, soprattutto, della sua esperienza?
“Anche se sono farmaci da banco e non occorre, quindi, una ricetta per acquistarli in farmacia, quando si tratta di FANS il medico va sempre consultato, in primis per capire se sono davvero necessari e, subito dopo per decidere qual è nello specifico il più adatto fra tutti, le dosi raccomandabili e i limiti da non travalicare per nessuna ragione al mondo, badando soprattutto a evitare gli effetti collaterali provocati dall’interazione con altri farmaci e a salvaguardare le persone più fragili ed esposte, quali sono i bambini, gli anziani, le donne in gravidanza e i pazienti affetti da patologie croniche o, nel caso, anche transeunti. Non bisogna mai dimenticare che più alta è la dose, più elevato è il rischio. E sforzatevi di bere tanta acqua, perché il danno sui reni, indotto dai FANS, è molto più frequente nei pazienti disidratati o che bevono abitualmente poco. Per quanto riguarda, più in particolare, gli effetti a livello cardiovascolare e gastrico, ci sono molecole che sono controindicate per un uso cronico e altre che possono essere assunte, seppure con cautela e parsimonia. In estrema sintesi, nell’arco di tempo che va dagli 8 ai 59 anni, i FANS possono essere somministrati, naturalmente quando necessari e alle dosi consigliate, senza neppure soffermarsi troppo nella distinzione fra un farmaco antinfiammatorio e un altro. Dopo i 60 anni, bisogna stare in guardia, perché complicanze di ogni tipo diventano un’eventualità e un pericolo tutt’altro che impossibili”.