Intervista esclusiva di Antonello Sette a Claudio Cricelli, Presidente vicario della Società Italiana di Medicina Generale
Dottor Cricelli, per combattere l’influenza il fai da te sta diventando un’aspirazione di massa. Centinaia di migliaia di famiglie italiane sembrano contagiate da questa deriva pericolosa. Ognuna pensa di avere individuato il proprio personale farmaco “miracoloso” e a consultare il medico neppure ci pensa…
“Abbiamo da poco superato il picco dell’influenza 2024-2025. I tassi percentuali e i numeri degli ammalati stanno, seppure lentamente, diminuendo. I virus, che sono circolati, e continuano a circolare, in questa stagione, definiti genericamente influenzali, sono, in realtà, di specie e tipologie diverse e hanno complessivamente colpito, come da consolidata prassi stagionale, un numero elevatissimo di persone, nel corso di un periodo temporalmente limitato. Ci sono, ormai, regole ben definite che ci aiutano a riconoscere le varie sindromi influenzali, a partire naturalmente dai sintomi che le accompagnano e capire così tempestivamente quali sono le cose da fare e, soprattutto, da non fare”
Che cosa si deve fare e che cosa, invece, evitare?
“Il primo precetto fondamentale è il riposo a letto. La malattia influenzale, e molte delle sindromi ad essa associate, fra cui va inserito anche il raffreddore comune, provocano un innalzamento della temperatura corporea, che è il primo campanello d’allarme. La febbre è quasi sempre accompagnata da altri sintomi, prevalentemente dolori distribuiti in tutto il corpo, uniti a un senso generale di stanchezza insistente. La reazione istintiva di molte persone, soprattutto di quelle che si prendono cura degli altri componenti della famiglia, è quella di individuare il farmaco giusto, nonostante da molti decenni sia stato ripetutamente ribadito da tutto il mondo della medicina che non esiste un farmaco specifico per la cura e la guarigione dell’influenza e di tutte le sindromi virali che, come sappiamo, si risolvono da sole, salvo poche eccezioni, riguardanti in buona sostanza solo le persone fragili, i bambini e gli anziani, che sono esposti a complicazioni, di diverso genere e natura, tutte ascrivibili all’influenza”.
L’influenza non è curabile e nella quasi totalità dei casi si risolve da sola. C’è, però, ugualmente la corsa affannosa a reperire farmaci, che si presume siano capaci di curare i sintomi, alleviandone gli effetti dolorosi, o anche solo fastidiosi…
“Questi farmaci, quasi tutti da banco, senza, quindi, la necessità a monte di una ricetta medica, finiscono troppo spesso per essere autoprescritti in eccesso, o in maniera inappropriata, anche laddove non sarebbero necessari. I farmaci in questo senso più comuni sono quelli specificatamente finalizzati al contrasto della febbre, dei dolori e delle componenti respiratorie, a cominciare da quelli utilizzati per combattere l’eventuale, presunta, infezione batterica”.
E qui si apre il grande, debordante e controverso capitolo degli antibiotici…
“Gli antibiotici, lo dovrebbero ormai sapere tutti, non sono minimamente efficaci contro i virus. Non vanno, quindi, somministrati, fatta salva l’ipotesi di una diagnosi di sovrapposizione batterica al virus influenzale, come può accadere ai pazienti fragili, in ragione dell’età e di una particolare predisposizione patologica, come, ad esempio, la riacutizzazione di una broncopatia cronica. Ad esclusione di queste eccezioni, gli antibiotici sono non solo inutili, ma controproducenti, perché i batteri si assuefanno all’abuso e, dal quel momento in poi, non ne subiscono più l’efficacia e si sviluppa quella che definiamo antibiotico resistenza”.
Quello degli antibiotici credo non sia l’unico abuso da cui guardarsi e mettere in guardia i cittadini del nostro bel Paese…
“Più ancora degli antibiotici, a essere abusati sono quei farmaci, che nelle intenzioni dovrebbero combattere la febbre e i dolori. Vanno sempre assunti con estrema cautela. Ricordo che la febbre non è un sintomo da combattere isolatamente. È di per sé una reazione dell’organismo antibatterica e antivirale. Ovvero una delle poche difese che noi abbiamo a disposizione per difenderci dall’aggressione dei virus e dei batteri. Se noi, quindi, combattiamo violentemente la febbre, a meno che naturalmente non stia superando un determinato livello, oltre il quale scatta l’allarme, non facciamo la scelta più giusta per la nostra salute, perché andiamo incontro a effetti collaterali, più o meno pericolosi. Ricorrere, in particolare, agli antinfiammatori per combattere la febbre è una terapia da sconsigliare. Bisogna usarli con estrema parsimonia perché, anche assunti a dosi modeste, possono provocare serie conseguenze, soprattutto a danno dell’apparato gastrointestinale e del fegato. Non dobbiamo mai credere, ed è forse questo il punto nodale dell’intera questione, che i farmaci siano innocui. Sono benefici solo se assunti nelle giuste dosi e, soprattutto, in maniera appropriata. Evitiamo, quindi, l’uso sconsiderato dei farmaci per la febbre e i dolori”.
Ma c’è una differenza, a livello di sicurezza e tollerabilità, fra paracetamolo e FANS?
“Il paracetamolo è sicuramente più sicuro a livello gastrointestinale, ma può essere epatotossico ad alte dosi, in caso di insufficienza epatica. L’ibuprofene, più irritante per lo stomaco, con l’eventualità di gastrite e ulcere, può aumentare il rischio cardiovascolare e avere un impatto sulla funzione renale. In caso di influenza, il paracetamolo è preferibile nei pazienti con problemi gastrici o a rischio cardiovascolare ed è indicato soprattutto per febbre o dolore. Il FANS è utile, se l’infiammazione è l’elemento predominante, come in caso di mialgie intense o mal di gola severo”.
La differenza, di cui stiamo parlando si accentua per i bambini e gli anziani?
“Il paracetamolo è generalmente preferito nei bambini e negli anziani per la minore tossicità a livello renale. I FANS vanno utilizzati nei bambini solo se ben tollerati, evitandoli nei pazienti con rischio di disidratazione e o problemi renali”.
In estrema sintesi, qual è la sua raccomandazione?
“Il paracetamolo è la scelta più sicura per febbre e dolore generico, mentre l’antinfiammatorio è preferibilmente indicato, solo se si è riscontrata a monte un’importante componente infiammatoria”.
Si chiude qui il capitolo dei farmaci, il cui uso arbitrario è pericoloso?
“C’è, a dire la verità un’altra tipologia di farmaci, di cui talvolta si fa un uso inappropriato e sono tutti quelli a base di cortisone. Molte persone, che lamentano, ad esempio, una tosse insistente e fastidiosa, si impauriscono e molto spesso assumono in automedicazione sostanze a base, per l’appunto, di cortisone, nella speranza di attutire la tosse e tutti i fastidi respiratori. I cortisonici sono sì degli antinfiammatori ma, se assunti nel modo sbagliato, sono pericolosi, perché inducono un indebolimento delle difese immunitarie. Quindi, anche i cortisonici, così come gli antibiotici e gli antinfiammatori, non devono mai essere assunti in automedicazione, senza il consiglio del medico, che deve sempre essere consultato, soprattutto quando in casa c’è un bambino, un anziano o una persona comunque fragile, per capire se ci si trova di fronte a una semplice influenza o a una complicanza, virale o batterica che sia, e prescrivere, in quest’ultimo caso, senza perdere altro tempo, la terapia più appropriata”.