Argentina e Uruguay hanno già dichiarato lo stato di emergenza mentre negli Stati Uniti sono coinvolti ben 47 Stati. È la prima volta dal 2016 che un’influenza aviaria colpisce gli States e si tratta dell’ondata più forte mai registrata. Numeri alla mano dunque gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità lanciano l’allarme e nel frattempo cercano di colmare i timori di focolai umani di grandi dimensioni. Nelle ultime settimane – si legge in una nota – ci sono state anche “diverse segnalazioni di infezioni in mammiferi tra cui visoni, lontre, volpi e leoni marini. Questo ha suscitato una crescente preoccupazione. Il mese scorso, l’Ecuador ha riportato il primo caso in Sud America in un essere umano, una bambina di nove anni, che è stata in contatto con pollame da cortile”.
L’Oms sta inoltre continuando a collaborare con i produttori per garantire che, se necessario, le forniture di vaccini e antivirali siano disponibili per l’uso globale” e raccomanda “di non toccare o raccogliere animali selvatici morti o malati, ma di segnalarli alle autorità locali”. In America i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie hanno emanato nuove raccomandazioni per chi lavora nelle aziende aviarie: tutti devono indossare guanti e mascherine ed evitare di toccare gli animali.
Ma cos’è l’aviaria e come si trasmette all’uomo? Si tratta di un’infezione virale, che si diffonde normalmente tra gli uccelli, ma tuttavia il virus può infettare le persone. I sintomi possono variare da una lieve infezione delle vie respiratorie superiori (febbre e tosse) a una grave polmonite, sindrome da distress respiratorio acuto (difficoltà respiratoria), shock e persino la morte. Il principale fattore di rischio per l’uomo è l’esposizione in ambienti contaminati con alta carica virale circolante e a stretto contatto con gli animali infetti, siano essi vivi o morti. Sono quindi situazioni a rischio i mercati di uccelli vivi, diverse fasi della lavorazione del pollame, come la macellazione, la spiumatura, la manipolazione delle carcasse. Alcuni casi umani di influenza A(H5N1) sono stati collegati al consumo di piatti a base di sangue di pollame crudo e contaminato. Per quanto riguarda la trasmissibilità da uomo a uomo i dati al momento disponibili non dimostrano un’alta infettività di questi virus.