L’uso frequente di antibiotici si associa a maggior rischio di sviluppare colite ulcerosa e morbo di Crohn, specie dopo i 40 anni. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Gut e condotto presso il Langone Health Center di New York. Nel mondo circa 7 milioni di persone soffrono di queste patologie e si prevede che tale numero aumenterà nel prossimo decennio: i ricercatori hanno preso in esame i dati medici di oltre 6,1 milioni di persone. In totale a 5,5 milioni di persone (91%) è stato prescritto almeno un ciclo di antibiotici e proprio durante quel periodo sono stati diagnosticati circa 36.017 nuovi casi di colite ulcerosa e 16.881 nuovi casi di malattia di Crohn.
In particolare le persone tra i 10 e i 40 anni avevano il 28% di probabilità in più di ricevere una diagnosi di IBD; i 40-60enni il 48% di probabilità in più, mentre gli ultrasessantenni il 47% di probabilità in più. I rischi erano leggermente più elevati per la malattia di Crohn rispetto alla colite ulcerosa: 40% tra i 10-40enni, 62% tra i 40-60enni e 51% tra gli 60enni. Inoltre il rischio più elevato di tutti è stato osservato tra coloro a cui sono stati prescritti 5 o più cicli di antibiotici: 69% di rischio in più per le persone di età compresa tra i 10 e i 40 anni; rischio raddoppiato per le persone di età compresa tra i 40 e i 60 anni; rischio aumentato del 95% per gli ultrasessantenni. Ci sono alcune spiegazioni biologiche plausibili per questi risultati, suggeriscono gli autori, ad esempio la naturale diminuzione della resilienza e della diversità di microbi nel microbioma intestinale associata all’invecchiamento, che l’uso di antibiotici probabilmente aggrava.