L’effetto “scudo” generato dalle vacanze protegge i bambini da raffreddori e sintomi parainfluenzali. Ancora per qualche settimana dunque gli esperti escludono “malattie respiratorie o gastrointestinali, tipiche dell’età infantile. Per i pediatri “Questo è un periodo di bassa mobilità, caratterizzato cioè da un numero irrilevante di bambini ammalati”. Ma non durerà ancora per molto. “Dalla fine di settembre il quadro è destinato a cambiare” avvertono.

Proprio il rientro in classe contribuirà all’aumento dei primi malanni stagionali. Secondo i camici bianchi dei piccoli “l’andamento sarà indipendente dalle condizioni meteorologiche, cioè sia che le temperature si alzino o abbassino, o ci siano siccità o piogge. Dopo una decina di giorni dalla riapertura delle scuole ci aspettiamo che dalla settimana del 25 settembre si verifichi una grande epidemia di raffreddore”. Questo accade perché i virus si trasmettono stando in ambienti chiusi e con stretti contatti fra le persone, cioè fra i 20 milioni di adulti e bambini che ogni mattina tutti insieme si mettono in movimento per recarsi a scuola e altrettanti che alla fine delle lezioni si spostano per raggiungere le loro case.

Inoltre nei mesi estivi gli adenovirus e i virus parainfluenzali sono spesso assenti mentre i virus del raffreddore si diffondono maggiormente in autunno. Ugualmente le forme di infezione gastrointestinale di cui i sintomi più evidenti sono vomito e diarrea, sono più frequenti d’inverno in particolare nel periodo febbraio-marzo, sempre perché in ambienti chiusi è facile lo scambio di batteri. L’ideale sarebbe dunque tenere i piccoli all’aria aperta il più possibile, almeno finché lo consentirà la colonnina di mercurio.

SaluteIn

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