Intervista esclusiva di Antonello Sette a Elio Castagnola, Responsabile della UOC Malattie 2Pediatriche IRCCS dell’Istituto Giannina Gaslini di Genova
“Voglio mettere in guardia tutte le mamme in attesa e, conseguentemente, i ginecologi. La pertosse e la bronchiolite possono avere conseguenze gravi e anche letali nei neonati, soprattutto, nei primi mesi della loro vita. L’inerzia può essere, quindi, fatale”.
Dottor Castagnola mi faccia capire. Cominciamo dalla pertosse. Tutti sappiamo che potrebbe essere preventivamente neutralizzata utilizzando un vaccino tanto efficace, quanto sicuro. Dove sta, dunque, l’inerzia che rischia di risultare pericolosa?
“È banalmente un problema di tempi. Una banalità che può, però, avere ripercussioni gravi: teniamo presente che quest’anno in Italia ci sono stati neonati morti di pertosse. I normali cicli vaccinali partono dalla fine del secondo mese e dispiegano i loro benefici effetti da lì in poi. Dalla nascita ai due mesi i neonati sono senza copertura ed esposti, fragili come sono, alla possibilità di ammalarsi di pertosse e di rischiare conseguenze anche gravissime”.
Che cosa si dovrebbe fare per scongiurare il buco nero dei neonati ancora non vaccinati?
“È da anni scientificamente provato che il problema può risolversi vaccinando le madri fra la ventottesima e la trentaduesima settimana della gravidanza. Il neonato non svilupperebbe la pertosse, almeno sino a quando non rientra nella normale copertura vaccinale. Vaccinare le mamme per salvaguardare gli appena nati è, quindi, una precauzione di vitale importanza”.
Vuole rivolgere in questo senso un appello?
“Sì, mi appello ai colleghi ginecologi. È cosa buona e giusta somministrare alle donne in gravidanza il vaccino per l’influenza, ma è sbagliato trascurare quello per la pertosse”.
Lei ha citato i rischi connessi al diffondersi incontrollato anche della bronchiolite…
“In questo caso, un vaccino contro il virus respiratorio sinciziale (RSV), che è la causa più frequente di questa condizione, è stato già riconosciuto efficace dall’Agenzia Europea per i Medicinali. Aspettiamo solo che venga messo in commercio, augurandoci che possa avvenire nel più breve tempo possibile. La vaccinazione delle mamme ricalcherà quella già prevista per la pertosse, con l’unica differenza, che non si fa solo riferimento allo stadio della gravidanza, ma anche alla stagionalità della malattia. Il vaccino andrà infatti somministrato rispettando i tempi di RSV, che agisce normalmente da dicembre a marzo. Bisognerà, quindi, calcolare scrupolosamente questa finestra temporale e ancorare ad essa le vaccinazioni delle mamme. Ma una vaccinazione “fuori stagione” non sarebbe comunque un problema o un errore”.
Anche la bronchiolite può essere molto pericolosa per la salute dei neonati?
“Assolutamente sì. C’è il rischio di dover essere ricoverati in rianimazione per le difficoltà respiratorie e si può rischiare di morire. E anche per la bronchiolite i più esposti sono i più fragili. Ovvero i neonati che sono appena venuti alla luce”.
Oltre al vaccino, c’è qualche altra possibilità?
“Sì, è in arrivo, e anche in questo caso siamo davvero vicinissimi alla commercializzazione, un anticorpo monoclonale, in grado di contrastare RSV. Potrà essere utilizzato in tutti i casi in cui la mamma non si è potuta vaccinare, fornendo con una singola dose una copertura prolungata, di qualche mese. È un’arma in più, che viene annunciata come molto efficace e ben tollerata e in grado di salvaguardare la vita finanche del più piccolo dei neonati”.