Con due sentenze, la numero 139 e la numero 140, la Corte Costituzionale ha confermato il meccanismo del payback imposto sulle imprese produttrici di dispositivi medici erogati alle strutture sanitarie sulle cifre eccedenti i tetti di spesa. Una notizia che è arrivata come un fulmine a ciel sereno e che adesso allarma l’intero comparto biomedicale. Anche noi di SaluteIN ci eravamo occupati più volte dell’annosa questione, anche con due interviste esclusive per vederci chiaro: la prima ad Antonello Facci, presidente di AS.FO. Sardegna, e la seconda a Massimo Riem, presidente FIFO Sanità. Entrambi avevano espresso grande preoccupazione, mentre migliaia di rappresentanti delle imprese erano scesi in piazza a Roma protestare contro il sistema del payback sui dispositivi medici. Ma a nulla sembrano essere serviti i tanti gridi d’allarme.

Dopo la nuova sentenza della Corte Costituzionale, Sveva Belviso, presidente di FIFO Sanità Confcommercio, ha commentato: “La sentenza della Consulta ci lascia sbigottiti. Gli errori della classe politica non dovrebbero mai ricadere su imprese e lavoratori: il payback genererà una crisi senza precedenti da un punto di vista economico, occupazionale e sanitario. Secondo lo studio Nomisma commissionato da FIFO Sanità, rischiano il fallimento oltre 1400 aziende e il licenziamento 190mila addetti ai lavori. Verrà meno una gran parte della fornitura agli ospedali di dispositivi medici anche salvavita come stent, valvole cardiache e quant’altro. Ci chiediamo come il personale sanitario riuscirà a garantire le regolari cure ai cittadini negli ospedali”.

La Presidente Belviso auspica “Un confronto urgente con il Governo Meloni – prosegue – “per risolvere una situazione che sta precipitando. Da anni, ancor prima dell’uscita dei decreti attuativi del Governo Draghi, abbiamo chiesto con forza l’istituzione di tavoli tecnici per definire una strategia di superamento del payback, ma, nonostante i nostri sforzi sia a livello nazionale che regionale, nessuna parte politica ha preso seriamente in considerazione l’emergenza del nostro settore”.

Oggi – conclude la Presidente Belviso – si chiedono 1.2 miliardi alle imprese su bilanci già chiusi in forma retroattiva per gli sforamenti delle Regioni maturati fino al 2018 e altri miliardi per gli anni successivi. Ci sono aziende che hanno un payback di oltre il 100% del proprio fatturato: l’unica soluzione per queste sarà portare i libri in tribunale, lasciare a casa migliaia di lavoratori con gravi danni per le forniture di dispositivi medici agli ospedali. Non ci fermeremo, perché non abbiamo alternative. Per questo, qualora le Istituzioni continuassero ad ignorarci, valuteremo nell’immediato con i vertici della Federazione, le imprese e i nostri legali un’interruzione delle forniture di dispositivi medici a livello nazionale”.

SaluteIn

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