Intervista esclusiva di Antonello Sette a Stefano De Lillo, Vicepresidente dell’Ordine dei Medici di Roma

Dottor De Lillo, continuano le aggressioni ai medici nei pronto soccorso. Gli ultimi recentissimi casi sono accaduti in Puglia. È allarme rosso in tutta Italia. Che cosa si può fare? Glielo chiedo non solo come vicepresidente dell’Ordine dei Medici di Roma, ma anche come rappresentante di punta della lista “Insieme”, che si presenterà alle elezioni del Consiglio dell’Ordine, in programma dal 27 al 30 settembre, per rinnovare e allungare il proprio mandato per un altro quadriennio…

“Quelli accaduti sono episodi di una violenza assurda e inaccettabile contro medici e personale sanitario in servizio nei pronto soccorso. Sono atti sconsiderati, che necessitano di una risposta forte e adeguata da parte delle autorità di governo, prima di tutto in termini di protezione fisica e di agibilità, con presidi di polizia, ricorrendo eventualmente, quando e dove necessario, all’esercito, a difesa dei pronto soccorso e dei presidi medici. Questa attività di sorveglianza preventiva deve essere accompagnata da un cambio di passo a livello culturale. Come Ordine dei Medici di Roma ci siamo prodigati, per tutto il quadriennio in scadenza, io come vicepresidente e Antonio Maggi come presidente, per garantire, sempre e ovunque, la dignità dei medici, con particolare riguardo a chi lavora nel campo minato dell’emergenza urgenza”.

Come si garantisce la dignità di chi, medico o paramedico che sia, lavora in prima linea nei pronto soccorso e nei presidi di prima assistenza?

“Chiediamo al Governo in carica di continuare nell’azione di valorizzazione, anche economica, dei medici di frontiera, come va considerato chi quotidianamente opera nell’emergenza. Noi della lista “Insieme” siamo fermamente intenzionati a continuare a batterci a tutela della dignità del medico, senza tentennamenti e a 360 gradi. La dignità del medico non può essere salvaguardata, è bene ricordarlo, anche se può sembrare scontato, senza la valorizzazione delle pari opportunità. Ogni pregiudizio deve essere abbattuto. Non c’è e non ci può essere alcuna differenza fra i medici uomini e i medici donne”.

E, soprattutto, non ci può essere piena dignità con gli attuali livelli retributivi…

“Chiediamo che gli stipendi attualmente percepiti dai medici ospedalieri in generale, e particolarmente da quelli che operano nella prima emergenza, vengano al più presto allineati a quelli di tutto, o quasi, il resto dell’Europa. Non è l’unica sperequazione ingiustificata e inaccettabile, di cui sono vittime i medici italiani. Chiediamo che sia finalmente sancita la depenalizzazione dell’atto medico. In Europa siamo rimasti solo noi e la Polonia a conservare nell’ordinamento la responsabilità penale personale del medico”.

Con conseguenze che si ripercuotono anche sulla qualità della prestazione del medico, su cui incombe la scure di una possibile denuncia penalmente rilevante…

“La paura di poter subire una condanna penale è l’anticamera di una medicina difensiva e, comporta, inevitabilmente, l’allungamento a dismisura dei tempi delle liste d’attesa, gravate di esami inutili, dettati solo dalla volontà di evitare un possibile contenzioso medico-legale”.

Si è dibattuto a lungo, e si dibatte tuttora, sui criteri di accesso alle Facoltà di medicina. Qual è la posizione della lista “Insieme”?

“Chiediamo una maggiore attenzione all’accesso sia alle Facoltà di Medicina, sia alle scuole di specializzazione. Al di là dei criteri pratici e della contrapposizione pregiudiziale fra pro e contro i test di ammissione, riteniamo che con gli anni sia andata fuori giri la programmazione generale, con i numeri prefissati che non tenevano più in alcun conto le reali esigenze degli organici e della dislocazione dei medici sul territorio. Il Governo si sta prodigando nella riconsiderazione dei flussi necessari. Come lista “Insieme”, ed io personalmente, crediamo che vada, in particolare, rivisto tutto il sistema di accesso alle scuole di specializzazione, che attualmente lascia troppe specializzazioni scoperte, con un rapporto conseguentemente squilibrato fra domanda e offerta. Non possiamo permetterci sovraffollamenti, ma ancor meno vuoti. La carenza di medici specializzati in alcuni settori chiave sarebbe una iattura per tutto il sistema sanitario nazionale e va, quindi, scongiurata. Senza se e senza ma”.

SaluteIn

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