Intervista esclusiva a Giuseppe D’Annunzio, pediatra presso l’Unità Operativa Complessa di Clinica Pediatrica ed Endocrinologica IRCCS Gaslini di Genova

Dottor D’Annunzio, l’obesità infantile sta diventando uno tsunami umano, prima ancora che sanitario…

“L’obesità pediatrica è ormai una sorta di pandemia. In Italia il trenta per cento dei bambini e degli adolescenti è sovrappeso o obeso. È un enorme problema sanitario di oggi e, soprattutto, di domani”.

Come si è arrivati a queste percentuali apocalittiche?

“Le teorie sono tante. Di sicuro fra le principali e più frequenti cause del sovrappeso e dell’obesità infantili vanno inserite ai primi due posti la sedentarietà e le cattive abitudini alimentari. Le obesità genetiche, quali sono quelle che hanno alla base l’alterazione dei geni, sono meno del cinque per cento della totalità”.

La sedentarietà credo sia, purtroppo, desinata ad espandersi, grazie, o meglio per colpa, di computer, social e videogiochi…

“È proprio così. Siamo testimoni, più o meno impotenti, del triste fenomeno dei bambini da scrivania, che ha un risvolto negativo anche a livello cognitivo, con possibili ripercussioni dirette anche sulle capacità intellettive e di concentrazione”.

Che cosa si può e si deve fare?

“I bambini con obesità devono essere presi in carico e sottoposti anche a esami di laboratorio, che peraltro sono talvolta alterati e altre volte normali. Alle famiglie diciamo sempre che, se non si interviene per tempo, un bambino con obesità diventerà un adulto obeso, imboccando la corsia preferenziale che conduce a patologie cardiovascolari, diabetiche ed epatiche, che possono comparire anche in età precoce e sono destinate a mettere a rischio la salute e finanche la sopravvivenza”.

Come si esce dalla pandemia dell’obesità infantile?

“La prevenzione primaria è ovviamente fondamentale. Bisogna proporre e favorire stili di vita che siano adeguati allo scopo che si vuole raggiungere, che è quello di un’inversione di tendenza, prima che sia troppo tardi. Ad esempio, restando in ambito urbano, c’è bisogno di piste ciclabili, palestre e spazi all’aperto per il gioco. I bambini devono avere un luogo dove andare. Non si può fare attività fisica solo salendo e scendendo le scale del palazzo dove si abita. Non è invitante e, soprattutto, alla lunga non ripaga. Occorre sensibilizzare le istituzioni, a partire dalle scuole, sull’importanza di una corretta alimentazione e di una attività fisica ciclicamente programmata. C’è da mettere in conto che l’obesità è un fenomeno che colpisce soprattutto le famiglie meno abbienti. L’alimentazione cosiddetta salutare dovrebbe avere un costo ragionevole, così da poter essere alla portata di tutti, non solo di chi se lo può permettere. L’obesità precoce è un punto di svolta epocale. Non possiamo restare a guardare”.

Le sue parole risuonano come un grido di allarme…

“C’è il fondatissimo timore che fra dieci o quindici anni si formerà una generazione di giovani cardiopatici e ipertesi, con un costo non solo in temini di salute e qualità della vita per la persona, ma anche per il sistema sanitario nel suo complesso, perché il carico delle malattie derivate dall’obesità aumenta sempre di peso, dal momento che ciascuna patologia ne tira dietro un’altra. Noi pediatri dobbiamo capire sino in fondo i rischi, anche gravissimi, che l’obesità comporta e dialogare con i colleghi di famiglia e con le istituzioni, così da stimolare uno stile di vita più corretto nelle famiglie e per i bambini”.

Ci vorrebbe forse anche qualche campagna mediatica persuasiva, in luogo del silenzio assordante che avvolge, come in una nube tossica, l’obesità precoce dei bambini…

“Sono d’accordissimo con lei. Sarebbe molto importante, ad esempio, se un calciatore o un influencer, due categorie che hanno molta presa sui giovani, proponessero una merenda adeguata, quale potrebbe essere un frutto di stagione, al posto di una merendina preincartata alla fonte. Avrebbero migliaia di followers e un impatto molto più incisivo dei pediatri che compilano la lista della spesa, ovvero di tutto quello che è bene mangiare o è da evitare, come se fosse veleno”.

Non abbiamo fatto neppure un accenno ai farmaci miracolosi che imperversano sul web…

“Non esistono farmaci miracolosi. La terapia farmacologica si può rendere necessaria solo in alcuni ristretti casi, ma non esiste la pillola risolutiva. Sì, è vero, c’è in giro tanta propaganda intorno ai farmaci che favorirebbero la perdita di peso. Nel mondo della realtà, se non sono accompagnati da uno stile di vita rivisitato e corretto, hanno sì un costo, ma non un beneficio”.

SaluteIn

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