Intervista esclusiva di Antonello Sette a Stefano Pagano, professore associato all’Università di Perugia e direttore del Master Universitario di primo livello sull ‘Articolazione Temporomandibolare
Professor Pagano, l’Università di Perugia ha messo in cantiere un Master di Biomeccanica Cranio Cervico Mandibolare. Quando comincia e perché le aspettative sono così alte?
“Sì, ormai siamo in prossimità della partenza. A partire dal prossimo gennaio e fino al mese di settembre 2026, presso l’Università di Perugia andranno in scena diciotto incontri, della durata di quattro giorni ciascuno, dislocati dal giovedì alla domenica. È il primo master universitario italiano che si occupa dell’articolazione temporo-mandibolare, e quindi, di dolore orofacciale, aprendo alla figura del fisioterapista come partner a pieno titolo dell’odontoiatra. Il nostro Master avrà, quindi, come suo ambito di riferimento, la gestione dei pazienti disfunzionali da tutti e due i punti di vista”.
Chi parteciperà al Master?
“I fruitori del Master saranno i laureati e gli specializzati in odontoiatria e protesi dentaria, oltre alla novità dei fisioterapisti. Sul palco si alterneranno, come docenti, i più importanti esponenti della gnatologia italiana e della fisioterapia applicata. Il corso si articolerà in macroaree, con l’insieme delle quali si cercherà di coprire l’intero arco della patologia dell’articolazione temporo-mandibolare, dalla fisiologia alla neurologia, sino all’insieme dei quadri clinici patologici di riferimento. Saranno, naturalmente, messe a fuoco le varie fasi della terapia, sia in analogico che in digitale. Sarà, quindi, un master all’avanguardia anche nelle tecnologie e nelle strumentazioni”.
Quali novità dobbiamo aspettarci dal Master da lei diretto?
“Sarà innanzitutto ribadita l’importanza fondamentale della multidisciplinarità. L’odontoiatra e il fisioterapista non sono in grado di gestire il paziente da soli e separatamente. La patologia di riferimento non ha solo diversi aspetti, ma anche diversi fattori di causalità. Le entrate possono essere tante: visiva, vestibolare, gnatologica e trattare questa tipologia di pazienti diventa sempre più complesso e la collaborazione di diverse figure professionali è ormai una conditio sine qua non per ottenere un risultato soddisfacente”.
In questo contesto come si inseriscono le nuove tecnologie?
“Per la prima volta a livello nazionale l’intera platea degli studenti verrà educata a utilizzare tecnologie sempre più evolute, sia da un punto di vista diagnostico, dall’individuazione del bruxismo all’elettromiografia di superficie, sia, se non soprattutto, da un punto di vista terapeutico. Le diverse aziende presenti sul mercato presenteranno, insieme agli specialisti del settore, le nuove frontiere delle terapie digitali, che uniscono gnatologia e protesi. A impreziosire il quadro è confermata la presenza di altissimi docenti di queste branche, ovvero i maggiori esperti in assoluto per ciascuno degli aspetti presi in esame, sia a livello diagnostico, che terapeutico. Dedicheremo inoltre tempo e attenzione alla diagnosi radiologica e, quindi, allo studio della risonanza magnetica dell’articolazione temporo-mandibolare, che può ormai considerarsi l’esame elettivo nella diagnosi di queste patologie”.
Quale importanza assumono, in particolare, le tecnologie che si propongono di rilevare e misurare il bruxismo nell’intero arco delle 24 ore?
“Sono sempre più importanti. Grazie a queste nuove tecnologie possiamo per la prima volta quantificare numericamente un evento, che prima era riservato praticamente solo all’opinione del paziente o del singolo operatore. Riuscire, ad esempio, a identificare forme di bruxismo notturno o diurno ha implicazioni importantissime dal punto di vista terapeutico, perché a volte si associa la patologia dell’articolazione temporo-mandibolare al bite, ma il ragionamento, che dobbiamo fare, è molto più ampio e complesso”.
Credo non vadano dimenticati neppure gli aspetti psicologici…
“Il risvolto psicologico legato a queste particolari patologie, non solo non va trascurato, ma è di primaria importanza. A questo proposito uno spazio importante del master verrà dedicato all’approccio psicologico del paziente disfunzionale”.
È il caso di dire che l’unione fa la forza?
“La multidisciplinarità è fondamentale. A trattare questa tipologia di pazienti deve essere necessariamente un team, composto da un odontoiatra, un fisioterapista, un optometrista, un fisioterapista, un esperto in postura e uno psicologo”.
Abbiamo detto tutto?
“Un ultimo, ma non meno rilevante, aspetto che affronteremo è quello della gnatologia e dell’odontoiatria sportiva. Cercheremo di capire come le tecnologie oggi disponibili e le nuove terapie possono modificare in positivo le performance degli sportivi professionisti”.
Per maggiori informazioni: https://www.unipg.it/