Le patologie legate alla salute mentale, come depressione e altri disturbi psichici, saranno le più diffuse al mondo già prima del 2030. Il che tradotto significa: bisogna agire in fretta. Anche perché i numeri parlano chiaro: secondo l’Organizzazione mondiale della sanità la situazione è peggiorata negli ultimi anni, con la pandemia, le guerre, le crisi economiche e le turbolenze sociali che hanno agito come detonatori di un disagio mentale già molto diffuso, colpendo in modo particolare le categorie più fragili come bambini, adolescenti, donne, anziani e fasce sociali svantaggiate.

Anche il nostro Paese sta affrontando una vera e propria emergenza silenziosa e la salute mentale degli italiani è in grave difficoltà. La depressione e altri disturbi psichici saranno le patologie più diffuse al mondo nei prossimi 5 anni con un impatto economico che solo da noi si aggira intorno al 4% del PIL. A ciò si aggiunge una diminuzione dell’aspettativa di vita di ben 10 anni. Intanto la ricerca scientifica ha compiuto progressi significativi nella diagnosi precoce e nella prevenzione dei disturbi mentali, ma resistono ancora pregiudizi e stereotipi che ostacolano la piena comprensione di queste patologie.

Per questo e per sensibilizzare maggiormente sul tema, in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale che cade ogni 10 giorni, la Società Italiana di Psichiatria ha lanciato un chiaro appello alle istituzioni, sottolineando l’urgenza di intervenire subito: “La salute mentale deve essere un diritto per tutti i cittadini”, ha evidenziato Emi Bondi, presidente della SIP “Il Servizio Sanitario Nazionale deve essere in prima linea per mettere in atto strategie di prevenzione e monitoraggio, e per intercettare e curare il disagio mentale nelle popolazioni più fragili”.

SaluteIn

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