“La salute e il benessere delle donne contribuisce alla prosperità della nostra società, allo sviluppo della salute e del benessere delle future generazioni. Investire sulla salute della donna significa quindi investire in una società migliore”. Lo ha sottolineato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in un videomessaggio inviato in occasione del recente Congresso nazionale della Sigo, Federazione italiana di ginecologia e ostetricia, giunto alla sua 99esima edizione e che si è svolto a novembre nella città di Firenze. “Un nuovo rinascimento culturale, sociale e globale si ottiene ponendo al centro la donna – ha aggiunto il ministro – La tutela della salute femminile dai primi stadi della vita fino all’età più avanzata è stato da subito un nostro impegno“.
In termini pratici, secondo Schillaci, questo significa sostenere sempre di più lo sviluppo della medicina di genere, elemento chiave contro le disuguaglianze nella salute ed investire in percorsi clinico-assistenziali nei confronti di patologie spesso misconosciute, a forte ritardo diagnostico, ma fortemente invalidanti e a notevole impatto sociale, che colpiscono elettivamente le donne, penso all’endometriosi o alla vulvodinia, garantendone così un approccio più completo e inclusivo. Altro aspetto essenziale riguarda la prevenzione attraverso progetti di formazione ed educazione.
Il ministro ha poi ricordato che “Oggi siamo in grado di fare un progetto di formazione ed educazione rivolto alla popolazione e agli operatori sanitari per diffondere stili di vita corretti ed incentivare le donne a partecipare attivamente ai programmi di screening, non solo quelli oncologici, ma anche quelli per la prevenzione della salute riproduttiva o delle patologie croniche post-menopausali. Accanto ai programmi di screening oncologici o di vaccinazione anti Hpv per ridurre l’incidenza delle patologie neoplastiche, promuovendo anche campagne di prevenzione sulla fertilità per rendere la popolazione femminile sempre più consapevole dei fattori ambientali, comportamentali, iatrogeni che possono impattare sulla salute riproduttiva“.