Intervista esclusiva di Antonello Sette al professor Fabrizio Pregliasco, Direttore Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina preventiva
dell’Università degli Studi di Milano e Direttore Sanitario IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio
Professor Pregliasco, l’influenza sta mettendo KO mezza Italia…
“La stagione influenzale è una certezza inesorabile, come le tasse da pagare. Quest’anno è meno grave di come temevamo nelle previsioni iniziali. Il virus A/H3N2 di origine australiana si era preannunciato in agosto molto più pesante di come si è poi rivelato. In Italia, come in Europa, si sta diffondendo insieme alla variante A/H1N1 meno pernicioso a livello di conseguenze sulla salute. È comunque una stagione vivace. Siamo nella fase di crescita. C’è stato un apparente stop durante le festività natalizie, ma determinato con ogni probabilità da una sottostima da collegare alla difficoltà di raccolta dei dati. Attualmente siamo in trepida attesa di quello che sarà il livello più alto che, come ogni anno, coincide con il periodo immediatamente successivo alla riapertura delle scuole, quando, fra baci e abbracci rinnovati, il contagio corre più velocemente e si propaga alle famiglie”.
La situazione è sotto controllo?
“Rispetto al passato i sistemi di sorveglianza sono più attenti anche a individuare le forme virali, che non corrispondono alla vera influenza, come il virus respiratorio sinciziale e il metapnemovirus, che nello specifico sta allarmando la Cina con una diffusione e una ripercussione particolarmente pesanti. La peculiarità di questa stagione influenzale è, quindi, la copresenza di più virus, che implicheranno presumibilmente quattordici milioni di casi e millecinquecento decessi, riconducibili direttamente all’influenza e al Covid, perché purtroppo il Coronavirus non è scomparso e può essere ancora letale nei soggetti più fragili e anziani”.
Ci si sta vaccinando?
“Dai dati preliminari sembra cresciuta la quota dei vaccinati contro l’influenza, che aveva avuto un calo dopo il primo anno del Covid, mentre è bassissimo il numero dei soggetti fragili e anziani che hanno fatto il richiamo del vaccino per il Coronavirus. Questo è un grande errore, perché, se è vero che il Covid è meno cattivo rispetto all’inizio, può ancora far male alle persone fragili e, in quanto tali, maggiormente esposte”.
Alla fine della fiera, mi pare, però, di percepire un generale disorientamento in materia di virus e vaccini…
“A me pare che ci sia innanzitutto una disattenzione istituzionale nei confronti dell’approccio vaccinale, che viene sì in qualche modo affrontato e organizzato a livello delle singole Regioni, ma non con la dovuta comunicazione e persuasione, da un lato i persistenti borbottii dei no-vax e dall’altro una Commissione parlamentare che, pur nell’intento lodevole di ripercorrere il passato per meglio predisporsi al futuro, sta ascoltando anche nani e ballerine, facendo purtroppo riemergere negatività ingiustamente evidenziate, con la conseguenza di una disattenzione e di un allontanamento dalle pratiche vaccinali, determinando per questa ragione, ad esempio, un calo significativo anche delle vaccinazioni infantili”.
Per chi, come lei, si è trovato sotto i riflettori all’epoca del virus, sono stati, e sono ancora, tempi difficili…
“Siamo esposti, siamo stati e siamo bersaglio di tutte le sofferenze e di tutte le negatività che ciascuno di noi ha subito durante il Covid. È da più parti iniziata la corsa a sostituire il cattivo vero, quale è stato il Coronavirus, con noi medici, divenuti, nostro malgrado, i pungiball da colpire, in nome e per colpa di chi ha magari esagerato in termini di situazioni e allarmi denunciati e di suggerimenti, più o meno coercitivi”.
Che hanno esacerbato i dubbi sui vaccini…
“Una quota di persone esitanti c’è sempre stata. Persone che hanno paura, che sono state, però, a loro volta facilitate nella loro titubanza da quella quota minoritaria, ma rumorosa, dei no-vax ideologici, spinti più che da motivi scientifici o comunque positivi, dalla volontà, più o meno consapevole, di ridurre la coesione sociale”.